Tutto da solo Marino si è dato il colpo di grazia Soltanto la disperazione di un uomo politico messo alle corde, può arrivare ad usare il linguaggio anni ‘70 che si è ascoltato alla festa dell’Unità di Roma domenica scorsa. Qualcuno ha perso completamente la testa. Un linguaggio, fra l’altro, chi lo ha usato evidentemente lo ignora, stigmatizzato proprio da “l’Unità”, già in quegli anni: opporre un radicalismo altrettanto violento a quello neofascista, rischiava di compromettere le conquiste democratiche ottenute. Il Pci di Berlinguer voleva avvicinarsi all’area di governo e osservava malvolentieri ogni intemperanza fisica e verbale. Lo slogan “fascisti carogne tornate nelle fogne”, usato principalmente nei cortei del movimento studentesco, era propedeutico agli scontri consumati fra militanti di destra e di sinistra nelle piazze e nelle scuole di quasi tutta Italia. I militanti del Pci e della Fgci avrebbero dovuto tenersene lontani. Quelli di Lotta continua, Avanguardia operaia e simili, erano invece in prima linea. Tutto questo se lo deve ricordare molto bene, Gianni Alemanno che come segretario Fdg di Roma e studente di un liceo al centro degli scontri fra le fazioni, ha un passato di primo piano in quell’epoca di violenze. Ma il sindaco Marino da ragazzetto risulta che fosse impegnato nei campi scout, per cui temiamo abbia dimostrato ancora una volta di parlare di cose di cui non ha nessuna esperienza e con la consueta tracotante disinvoltura. Dire che la città si sia stufata di questo sindaco da tempo, è quasi un eufemismo. Non ci sarebbe bisogno nemmeno delle vicende attinenti a “mafia capitale”, per questo. I romani, a torto o ragione, non sopportano più Marino perché lo giudicano un incapace. Ma la sua prosopopea fuori luogo e smodata è stato davvero il colpo di grazia che un sindaco in bilico si è dato da solo. Quando un amministratore è ridotto ad usare gli slogan degli scontri di piazza di 40 anni fa è giunta l’ora che si ritiri a vita privata. Il primo a capirlo è stato il presidente del Consiglio, per il quale la misura ha oramai passato il colmo. Il governo chiedeva al sindaco di dare una risposta con i fatti ai problemi della città ed ha assistito basito alla tirata sguaiata di domenica scorsa, avvenuta fra l’altro tra i clientes della giunta mentre la gente comune intervenuta alla “Festa dell’Unità” si allontanava. Si cercherà ancora blandamente di convincere il sindaco a mollare sua sponte, ma nessuno ci fa più affidamento. È pronto invece lo scioglimento del comune per corruzione. In quel caso, dove andrebbe a finire il buon Marino, per garbo nei suoi confronti, preferiamo non dirlo. Roma, 23 giugno 2015 |